La preghiera tra Marta e Maria

Insegnaci a pregare

I discepoli hanno chiesto a Gesù: «Signore insegnaci a pregare»[1].

«In primo luogo, voi sapete che Sua Maestà c’insegna a pregare in solitudine, come faceva sempre lui quando pregava, e non perché ne avesse bisogno, ma per servire d’insegnamento a noi»[2].

Questa è la richiesta fondamentale che ogni cristiano dovrebbe fare al Signore: «‘Fiat’, è la preghiera cristiana: essere interamente per lui, dal momento che egli è interamente per noi»[3]. Maria Santissima, per privilegio della sua Immacolata Concezione, è la sola a cui possiamo riconoscere la capacità della vera preghiera, l’unica a rispondere «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto»[4]. Con il Magnificat, utilizzato dalla Chiesa ancora oggi, ha esaltato, ha lodato, ringraziato Dio «serbando tutte queste cose nel suo cuore»[5]. Se vogliamo ben pregare dobbiamo guardare a Maria, modello a cui riferirci e a cui affidarci; ha pregato con Gesù, per Gesù e, dal momento della sua crocifissione e morte, ha continuato a pregare con e per gli Apostoli in attesa dello Spirito Santo, accompagnando la Chiesa appena nata, diventandone Ella stessa Madre come è ben evidenziato nella Costituzione Dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium 63-69.

«Per questo è anche riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa, figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella carità; e la Chiesa cattolica, istruita dallo Spirito Santo, con affetto di pietà filiale la venera come madre amatissima»[6].

La preghiera tra Marta e Maria

Gesù ha indicato la necessità di «pregate incessantemente senza stancarsi»[7], se questo non fosse stato per noi necessario non lo avrebbe ribadito nei suoi insegnamenti. Non ce lo impone come dovere ma come invito a rimanere uniti a Lui :

«[…] strettamente congiunti nell’amore, possiamo acquisire in tutta la sua ricchezza, la piena intelligenza, e giungiamo a penetrare nella perfetta conoscenza del mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza»[8].

La preghiera è una manifestazione gloriosa dell’essere alla presenza del Signore, il che significa mettersi davanti a Dio lasciandosi raggiungere dal suo amore, lodandolo, ringraziandolo per tutti i benefici che ci ha concesso[9]. È un lasciarsi trasformare, non dal sapere, ma dall’amore che porta all’unione intima dell’anima con Dio fino alla compartecipazione, negli stadi più alti, alla vita divina. La preghiera è uno dei fondamenti della vita cristiana, è il mezzo tra i più convenienti di cui Dio si serve per comunicarsi all’anima, è il principio fondamentale per rimanere uniti a Dio nella vita quotidiana. Un impegno costante nella vita di preghiera ci uniforma alla volontà divina, facendoci pensare e desiderare quello che Dio stesso vuole, arrivando ad unire la nostra volontà, i nostri voleri a quello divini.

«[…] al vedere e toccare con mano ciò che è il Creatore e ciò che è la creatura, ciò che si guadagna con l’uno e ciò che si perde con l’altra, e molte altre verità che il Signore insegna a quelli che si abbandonano al suo insegnamento nell’orazione, o a quelli cui si degna di insegnarlo, allora quell’anima ama in modo completamente diverso da coloro che non sono giunti a questo stato»[10].

In tutti gli affanni e i bisogni della vita la preghiera è il mezzo che Dio ci ha dato per ottenere la liberazione da ogni ansietà e conseguire la pace interiore:

«Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù».[11]

La preghiera è un dialogo che porta ad uno scambio, ad un arricchimento interiore, ad un rafforzamento spirituale, il quale ci rende capaci di sostenere le avversità con vero spirito di abbandono cristiano compiendo il dovere dovuto al nostro stato di vita.

«Padre Mio, io mi abbandono a Te, fa di me ciò che ti piace. Qualsiasi cosa tu faccia di me, ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto, purché la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature: non desidero nient’ altro, mio Dio! […]»[12].

La preghiera sincera, essendo un rapporto di amore e amicizia, rafforza questa relazione di dare ed avere in modo sempre più profondo e costruttivo dove siamo noi ad avere i più grandi benefici. La preghiera ci attira[13] verso l’amore divino a cui non solo ogni cristiano tende ma, inconsciamente, ogni essere umano aspira.

Santa Teresa d’Avila, nei suoi scritti, manifesta in che modo, nella sua esperienza di vita contemplativa e di preghiera continua, questa unione con Gesù diventa un approfondimento dell’amicizia con Colui che, per primo, ci ama.

«Con la presenza di un amico così buono e con l’esempio di un così valente capitano, che per primo si espose ai patimenti, tutto si può sopportare. Egli ci dà aiuto e coraggio, non ci viene mai meno, è un vero amico. […] Ne ho fatta l’esperienza moltissime volte, me lo ha detto il Signore; ho visto chiaramente che dobbiamo entrare da questa porta, se vogliamo che la divina Maestà ci riveli i suoi grandi segreti»[14].

La preghiera, compiuta con cuore purificato, aperto a Dio, aperto alla sua volontà, non può che portare benefici alla nostra crescita spirituale e all’unione trasformante, giacché Gesù stesso ci ha fatto questa promessa: «Qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome, la farò»[15] e ancora: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto»[16] se conviene al nostro bene.

«La preghiera rivolta al Padre in nome di Cristo sarà sempre esaudita. Pregare così è come seminare, con la certezza che a suo tempo si raccoglierà»[17].

Gesù ci ha indicato varie forme di preghiera, l’aspetto interiore e privato, ritirandosi in solitudine per rimanere cuore a cuore con il Padre, e quello esteriore e pubblico recandosi nel tempio. «Gesù ci indica la vita nuova con le sue parole e ci educa a chiederla mediante la preghiera. Dalla rettitudine della nostra preghiera dipenderà quella della nostra vita in Lui».[18]

Ci ha promesso l’aiuto dello spirito Santo perché ci renda capaci di mettere in pratica la vita cristiana: «Ma il consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto».[19] È lo Spirito Santo che ancora oggi ammaestra la Chiesa, educando alla vita di preghiera, suscitando espressioni sempre nuove di vita cristiana per il rinnovamento continuo della Chiesa. Infatti in ogni periodo storico spiccano figure caratteristiche, che nel proprio campo di apostolato, grazie alla fervente preghiera, sono diventate modelli su cui si fondano forme di preghiera e di carità, educative e missionarie.

Lo Spirito Santo è l’artefice[20] della vita di preghiera, possiamo trovare nella Chiesa nutrite schiere di santi[21] che ne hanno dato testimonianza con la loro vita e i loro insegnamenti.

I metodi di preghiera sono vari e numerosi, ognuno di noi può trovare quello più consono al suo stato di vita o alla vocazione a cui si è stati chiamati. Non possiamo essere tutti Marta o tutti Maria. Sono due aspetti di preghiera che devono necessariamente essere interdipendenti tra loro. Ha scritto il Cardinale Nguyen Van Thuan:

«Agli occhi di Dio l’azione senza la preghiera è inutile, altrimenti un robot potrebbe fare più di te» e ancora «Al primo posto viene la preghiera; poi c’è il sacrificio; solo al terzo posto c’è l’azione»[22].

Charles de Foucauld scriveva nelle sue meditazioni:

«Qualunque sia il genere di preghiera […] in tutti questi generi e in tutti gli altri ciò che deve dominare nella preghiera sempre, sempre, è l’amore: qualunque sia il genere di queste preghiere così diverse, […]  ciò che da ad esse il loro valore è l’amore con il quale sono fatte. […] resta eternamente vero che la miglior preghiera è quella in cui c’è più amore e che la preghiera tanto più è migliore quanto è più ricca d’amore»[23].

Ognuno di noi deve avere nel suo cuore due atteggiamenti, accogliere Gesù-Verbo con la sua parola mettendola in pratica, ed accogliere l’Uomo-Gesù con la sua umanità e accudire il fratello. Non c’è discrepanza tra questi due aspetti, ma l’operare il bene viene arricchito sempre dalla preghiera. Possiamo vederne due aspetti in questi grandi santi: Santa Teresa d’Avila, indiscussa maestra di preghiera così insegnava alle consorelle:

«[…] dovete sapere che qui non si tratta di cosa soprannaturale, ma di un fatto dipendente dalla nostra volontà e che noi possiamo realizzare con l’aiuto di Dio senza del quale non si può far nulla, neppure un buon pensiero. Non è del silenzio delle potenze che noi parliamo, ma di un loro assorbimento dell’anima. […] Dobbiamo ritirarci in noi stesse anche in mezzo alle occupazioni, essendo sempre di gran vantaggio ricordarci di tanto in tanto, sia pure di sfuggita, dell’Ospite che abbiamo in noi, persuadendoci insieme che per parlare con Lui, non occorre alzar la voce»[24].

Madre Teresa di Calcutta, riconosciuta universalmente come operante nella carità fraterna, santa del nostro tempo, così si espresse nel discorso all’ONU del 26 ottobre 1985:

«Io sono soltanto una povera suora che prega. Pregando, Gesù mi mette nel cuore il suo amore e io vado a donarlo a tutti i poveri che incontro sul mio cammino».

E in altra occasione disse:

«Senza preghiera non riuscirei a lavorare nemmeno per mezz’ora. Mediante la preghiera ricavo la mia forza da Dio. Inizia e concludi la giornata con la preghiera… Vai a Dio come un bambino…
Se trovi difficile pregare, puoi dire: “Vieni, Spirito Santo, guidami, proteggimi, sgombrami la mente perché io possa pregare”. Oppure, se stai pregando Maria, puoi dire: “Maria, Madre di Gesù, fammi da Madre adesso, aiutami a pregare»[25].

Venite prostrati adoriamo in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati[26]

La sintesi della vita di preghiera è racchiusa in questa frase del Salmo 95. Dobbiamo prostrarci al Signore, non con l’atteggiamento esteriore, ma con l’anima, il cuore, la mente. L’aspetto fondamentale della preghiera è innanzitutto di adorazione e lode, infatti questa ha come finalità principale rendere culto a Dio, riconoscendo la sua grandezza e la sua perfezione come nostro Padre e Creatore.

«La preghiera nient’altro è che l’unione con Dio. […] In questa unione intima, Dio e l’anima sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare»[27].


Note

[1] Lc 11,1.

[2] Santa Teresa d’Avila, Cammino di perfezione, 24,4.

[3] CCC 2617.

[4] Lc 1,28.

[5] Lc 2,19.

[6] LG 53.

[7] Lc 18,1.

[8] Col 2,1-3.

[9] «[…] perché io godo del beneficio che mi hai concesso», (1Sam 2).

[10] Santa Teresa d’Avila, Cammino di perfezione, 6,3

[11] Fil 4,6-7.

[12] Charles de Foucauld: Preghiera dell’Abbandono tratta da una meditazione su Lc 23,46 scritta nel 1896 nella Trappa di Akbés (Siria).

[13] «Mi ha fatto capire questa parola dei Cantici: «Attirami! Noi correremo all’odore dei tuoi profumi» Gesù, dunque non è nemmeno necessario dire: «Attirando me, attira le anime che amo!». Questa semplice parola: «Attirami!», basta. Signore, lo capisco, quando un’anima si è lasciata captare dall’odore inebriante dei tuoi profumi, non saprebbe correre da sola, tutte le anime che ama sono trascinate a seguirla; ciò avviene senza costrizione, senza sforzo, è una conseguenza naturale della sua attrazione verso te. A somiglianza di un torrente che si getta impetuoso nell’oceano, e travolge dietro di sé tutto ciò che ha trovato sul suo passaggio, così, Gesù mio, l’anima che si sprofonda nell’oceano del tuo amore, attira con sé tutti i tesori che possiede…», (Santa Teresa di Gesù Bambino e del volto santo, Opere complete, Ms C 334, Roma, 1997, Libreria Editrice Vaticana, Edizioni OCD).

[14] Santa Teresa d’Avila, Vita 22,6

[15] Gv 14, 12-13.

[16] Lc 11,9-13.

[17] San Agostino, Commento a San Giovanni, Opera Omnia, XXIV, Omelia 73, 1191.

[18] CCC 2764.

[19] Gv 14,26.

[20] «[…] Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili» (Rom 8,26).

[21] «Anche noi, dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci intralcia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti», (Eb 12,1).

[22] F.X. Nguyen Van Thuan, Il cammino della speranza, Città Nuova, VIII edizione, novembre 2010, 33.

[23] Charles de Foucauld, Opere spirituali, Antologia, Edizioni Paoline 1961, 135.

[24] Santa Teresa d’Avila, Cammino di perfezione 29, 4-5.

[25] Madre Teresa di Calcutta, Il cammino semplice, Ed. Mondadori 1995.

[26] Sal 95,6.

[27] San Giovanni Maria Vianney, Catéchisme sur la prière, in A. Monnin, Esprit du Curé d’Ars, Parigi, 1899, 87.