La vita interiore

Sono amante dei libri in generale, in particolare dei libri che parlano di fede e spiritualità cristiana. Questo mio interesse mi ha portato alla riscoperta di volumi interessanti, alcuni perfino risalenti a secoli passati, ma questo non è certamente un punto a sfavore, al contrario, trovo interessante che queste letture riportino alla vera essenza della cristianità senza traviarne il senso ma approfondendo argomenti di grande interesse spirituale se letti alla luce delle fede e della verità.

Oltretutto ho trovato che questi siano perfettamente in linea con il senso che ho voluto dare a questo sito: le due vie non sono altro che il bene, il male, la verità e la menzogna, il giusto e l’ingiusto e via dicendo, praticamente si parla delle contraddizioni che attraversano la vita di ogni essere umano.

Cercherò di fare una mia sintesi di quello che ho acquisito nella lettura di alcuni di questi libri perché non vadano perduti gli insegnamenti e le riflessioni che questi portano al lettore, sperando di farne cosa gradita.

 “… si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale. Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l’uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste” (1Cor 15,44-49).

La necessità della vita interiore, la nostra anima è assetata….

Non si può invitare le anime alla riscoperta della vita interiore, se non affermando loro che Dio stesso, con una speciale predilezione, le invita, le sollecita, le spinge. È là, in quella vita nascosta, che lui da solo a solo le vuole trattenere, vuole loro comunicare i suoi lumi, farle partecipi delle sue grazie, in una parola parlare loro al cuore. Il mondo inviterà i suoi seguaci a dei superficiali passatempi, a spettacoli profani, a momenti di piacere, i quali sono spesso uniti ad amarezza e seguiti da rimorsi. Al contrario Dio invita le anime che gli sono care a venire a lui, ad occuparsi di oggetti degni di loro, ad ascoltare la verità della sua sapienza; potranno rifiutare le anime questi dolci inviti? rifiuteranno la loro felicità? Nel cuore spesso si sente un vuoto che tutte le creature e che tutte le cose insieme non potranno mai colmare. Questo vuoto può solo essere colmato dal Signore, Alfa e Omega della nostra vita.

Dunque, anime elette da Dio, arrendetevi alla voce che si fa intendere ai vostri cuori; venite a raccogliere i tesori delle grazie che a preferenza di tante altre vi sono offerte; venite a bere dalla sorgente le acque salutari che risalgono fino alla vita eterna; venite ad istruirvi nella vera scienza dei Santi, venite a conoscere la strada che vi condurrà al termine dei vostri desideri, e soprattutto venite ad imparare a piangere i peccati, a gemere sulle illusioni della vita passata, a prepararvi ad entrare in una nuova vita, che possa un giorno darvi l’ingresso ad una vita immortale, per la quale siete state create. Lasciate pure che i mondani corrano dietro alle suggestioni del mondo, alle illusioni della menzogna, alle false gioie del secolo; separatevi dal contagio generale, rendetevi docili alla voce divina che vi chiama, e indirizzate tutti i vostri sentimenti e le vostre attenzioni all’unico affare che maggiormente vi dovrebbe interessare, la salvezza dell’anima. Non stupitevi né delle ripugnanze della natura, né dai timori dell’amor proprio, né degli sforzi del demonio per sviarvi da questa vita interiore. Vi basti sapere che vi invita un Dio pieno di bontà, che la sua grazia speciale vi attende, e che vi è preparata una stabile felicità.

Suddividerò gli argomenti dividendoli in cinque parti e, per quanto è nelle mie capacità, cercherò di esporre i miei ragionamenti:

  • I principi della vita interiore, ed i fondamenti sui quali essa è fondata.
  • Gli ostacoli alla vita interiore, e le resistenze che ne possono allontanare.
  • Gli esercizi della vita interiore, ed i differenti gradi coi quali questa si innalza alla perfezione.
  • I progressi della vita interiore.
  • I frutti della vita interiore, ed i preziosi vantaggi che procura.

Questi cinque aspetti credo siano essenziali, contengono tutto ciò che interessa la vita interiore; sembrano sufficienti, con la grazia, a condurre le anime sulla strada di Dio, e ad elevarle fino alla più alta perfezione, così almeno spero.

Breve considerazione preliminare sull’eccellenza e necessità della vita interiore.

La vita interiore è la vita di un’anima che, ritirata dagli oggetti esterni e sensibili, mette tutto il suo impegno per rimanere unita a Dio, e a regolare i moti del suo cuore, è la vita di un’anima che, morta a sé stessa, alla natura, ai sensi, non vive che della vita della grazia, e si occupa principalmente dei grandi oggetti della fede. La vita interiore consiste in una assidua vigilanza su sé stessi, in una continua attenzione al proprio interno, in un ritornare frequentemente su se stessi e su ciò che passa dentro di noi, cioè, nel considerare da una parte come operi in noi la grazia di Dio, e dall’altra se corrispondiamo ai lumi ed ai movimenti della stessa grazia.

Così si rivela che la vita interiore è del tutto opposta alla vita esteriore. La vita esteriore è la vita dei sensi, dissipata, tutta riversata nelle cose esterne, riversata alle inutilità, alle vanità, al niente che passa; essa vuole veder tutto, saper tutto, capire tutto, dirigere tutto, essere di tutto, entrare in tutto. La vita interiore è totalmente differente: è vita nascosta, vita ritirata, vita annientata, che si trova felice nel cercare il suo Dio ai piedi della croce, e più felice ancora nel trovarlo nel suo cuore.

Per dare un’idea ancora più estesa di questa vita, e presentarla in tutto quanto essa ha di eccellente e di grande, possiamo aggiungere che la vita interiore non è altro che un continuare in noi la vita di Gesù Cristo. Questo Dio salvatore, lasciando il mondo, ha finito la sua vita mortale: ma nel finirla, egli ce l’ha come trasmessa per continuarla e perpetuarla in noi. Questo è stato il fine, il termine, la consumazione di tutte le sue opere in questo mondo, delle sue grazie, dei suoi sacramenti, dei suoi misteri; sì, tutto ciò che egli ha detto, tutto ciò che ha fatto, tutto ciò che ha sofferto è stato per meritarci e comunicarci questa vita interiore e divina; per farci intendere che il suo cuore non era soddisfatto, i suoi disegni non ultimati, la sua missione non compiuta, se non ci avesse introdotti in questa terra promessa, perciò egli, che era la vita immortale e sostanziale, divenisse la nostra vita interiore, la vera vita delle nostre anime. In modo che egli deve ancora vivere in noi e noi in lui; la nostra vita non deve che essere un’estensione, una emanazione della sua; egli ce l’ha trasmessa, tocca a noi a continuarla e perpetuarla in noi stessi con una intera conformità ed una costante unione con lui.

“Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).

Se dunque questa vita interiore ci è stata meritata con la morte di un Dio, e come trasmessa dalle mani di un Dio, non dobbiamo stabilire che tutto il nostro impegno, il nostro merito, la nostra felicità, la nostra gloria deve essere quella di vivere in questa vita tutta divina?

Ma, secondo queste grandi verità, qual è l’eccellenza di questa vita e delle sue inesprimibili proprietà? Con la sua bellezza la vita interiore attira a sé gli sguardi e la compiacenza dello stesso Dio; per la sua santità essa in sé racchiude tutto ciò che vi ha di più grande e di più perfetto. Nella sua solidità come si potrebbe mai deviare dalle sue tracce tanto sicure e salutari? La sublimità di questa vita interiore innalza un’anima al disopra di sé stessa, l’associa alle intelligenze celesti, e pare che la trasporti fino al trono, fino al seno di Dio stesso. Con la sua fecondità essa fa germogliare in noi tutti i frutti della salute e diventa la sorgente di tutte le grazie, di tutte le virtù, di tutti i meriti. È questo il fine sublime a cui l’anima è chiamata, la celeste via dove può camminare, il divino santuario dove può essere introdotta a farvi dimora. Quanto è felice l’anima che vive di questa vita celeste e divina! Appartiene a Dio, sta con Dio e con lui vive; nella sua condotta nulla vi è di singolare, di studiato, niente che dia troppo nell’occhio; vita fedele, semplice, unita, così è la sua parte esterna: ma Dio solo vede l’interno, e sa ciò che vi avviene, è il solo testimone, come sarà lui solo colui che darà la giusta ricompensa, la giusta rimunerazione.

“Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo. È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!” (Eb 10,30-31).

Comprendiamo quindi qual è per noi la necessità della vita interiore, i motivi che ci chiamano e ci impegnano:

  • Perché Gesù Cristo è nostro capo, noi siamo suoi membri e come tali dobbiamo vivere. Quindi? qual è stata la vita di Gesù Cristo sulla terra? Dobbiamo imitarla.

Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo” (1Cor 12,12).

  • Perché si tratta di stabilire il regno di Gesù Cristo nelle nostre anime. Lo sappiamo, il suo regno non è un regno esteriore di gloria, di potenza e splendore; lo diceva egli stesso. E come questo regno si stabilirebbe in noi con altra vita che non sia quella interiore?

Il mio regno non è di questo mondo”(Gv 18,36).

  • Perché senza di questa le nostre anime non hanno la vera vita che forma gli adoratori in spirito e verità. Accade delle nostre anime come dei corpi: i corpi senz’anima non sono che cadaveri senza sentimenti, e l’anima senza vita interiore è come senza moto, senza sentimento, e così senza vita.

“Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità” (Gv 4,23-24).

Diciamolo dunque: la vita interiore è certamente e assolutamente fondamentale per noi; è di grande necessità, perché senza di essa noi non sapremmo vivere di quella vita che Gesù Cristo stesso ci ha voluto trasmettere; è talmente necessaria, che senza di lei noi arriveremo mai alla santità, e a quella eternità alla quale siamo chiamati da Dio

La sapienza esalta i suoi figli
e si prende cura di quanti la cercano. 
Chi ama la sapienza ama la vita,
chi la cerca di buon mattino sarà ricolmo di gioia. 
Chi la possiede erediterà la gloria;
dovunque vada, il Signore lo benedirà.
Chi la venera rende culto a Dio, che è il Santo,
e il Signore ama coloro che la amano. 
Chi l’ascolta giudicherà le nazioni,
chi le presta attenzione vivrà tranquillo. 
Chi confida in lei l’avrà in eredità,
i suoi discendenti ne conserveranno il possesso. 
Dapprima lo condurrà per vie tortuose,
e lo scruterà attentamente,
gli incuterà timore e paura,
lo tormenterà con la sua disciplina,
finché possa fidarsi di lui e lo abbia provato con i suoi decreti; 
ma poi lo ricondurrà su una via diritta e lo allieterà,
gli manifesterà i propri segreti,
e lo arricchirà di scienza e di retta conoscenza. 
Se egli batte una falsa strada, lo lascerà andare 
e lo consegnerà alla sua rovina. (Sir 4,12-22)